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Il viaggio verso l'Italia non ha previsto tappe intermedie

Arriva in Italia con familiari

La mappa traccia gli spostamenti dell’intervistato/a, concludendosi l’anno dopo il suo arrivo in Italia
Roseline Levi Ruscio a 8 anni con la madre, le sorelle e altri familiari a Port Fouad, 1953. Archivio Fondazione CDEC
Roseline Levi Ruscio con la madre, le sorelle e altri familiari a Port Fouad, 1953. Archivio Fondazione CDEC

Roseline Levi Ruscio nasce nel 1945 al Cairo, in Egitto. I genitori, entrambi nati in Egitto, hanno cittadinanza italiana, mentre le origini della famiglia sono libanesi da parte paterna e siriane da parte materna. La famiglia vive a Maadi, un sobborgo residenziale del Cairo abitato da comunità francesi, inglesi e italiane, caratterizzato da un’architettura coloniale. Al contrario del Cairo, lo stile di vita di Maadi è più intimo e comunitario. Roseline vive con i genitori, le due sorelle e la nonna paterna in una grande casa al quarto piano, con una vista mozzafiato sul Nilo.

Roseline Levi Ruscio a nove anni nella sua classe del Lycée Français di Maadi. Egitto, 1954-1955. Archives CDEC Foundation
Roseline Levi Ruscio a nove anni nella sua classe del Lycée Français di Maadi. Egitto, 1954-1955. Archives CDEC Foundation

In famiglia si parla francese, ma anche l’arabo risuona tra le mura domestiche grazie alla nonna paterna e al personale di servizio egiziano. Roseline frequenta le scuole francesi e cresce in un ambiente piuttosto laico. Tuttavia, tra i suoi ricordi ci sono il padre che ogni mattina recita la tefillah prima di prendere il treno per il lavoro e la nonna paterna che insegna a Roseline e alle sue sorelle la Torah e le parashot in arabo. La famiglia partecipa alle cerimonie religiose solo durante le festività, recandosi al tempio di Maadi, un luogo che Roseline descrive come immerso nel verde, tra alberi di mango e gelsomini.

Roseline Levi Ruscio con i cugini Minon ed Ehsan e Mirella Riquez al mare a Port Fuad, 1953. Archivio Fondazione CDEC
Roseline Levi Ruscio con i cugini Minon ed Ehsan e Mirella Riquez al mare a Port Fuad, 1953. Archivio Fondazione CDEC

Il padre lavora negli uffici di in una fabbrica di cemento nella zona di Helwan mentre la madre si occupa prevalentemente della casa, ma entrambi trascorrono spesso le serate fuori in compagnia degli amici. Anche Roseline trascorre il tempo libero con le amiche, soprattutto allo Sporting club di Maadi. Durante l’estate, la famiglia si trasferisce a Port Fouad, una splendida località sul Mar Mediterraneo, per le vacanze.

Per le nostre vacanze andavamo un mese intero a Port Fouad

Roseline Levi Ruscio
Per le nostre vacanze andavamo un mese intero a Port Fouad, perché avevamo mia cugina che abitava lì. Era un posto bellissimo, con delle spiagge grandissime. Port Fouad è vicino a Port Said. Avevo un cugino che lavorava nel Canale di Suez e, allora, questa spiaggia era dedicata ai colonnelli. Era una spiaggia bellissima, c’erano i giochi per i bambini. Poi, tutti portavano il cibo in spiaggia, mi ricordo. All’una arrivavamo in fondo alla spiaggia, dove c’era il pergolato e si mangiava lì tutti insieme, era molto bello. Tutta la famiglia, più gli amici.

La routine quotidiana viene sconvolta nel 1956 dallo scoppio della crisi di Suez. Il padre perde il lavoro e Roseline è costretta a interrompere la scuola per alcuni mesi, un’esperienza che la segna profondamente. La famiglia considera di trasferirsi in Brasile, dove si è già stabilita una zia materna, ma il padre decide di tentare prima la fortuna in Italia.

Mio padre ha detto “proviamo a fermarci in Italia, prima di andare in Brasile”

Roseline Levi Ruscio

Noi avevamo i biglietti per andare in Brasile. Dovevamo andare in Brasile perché mia mamma aveva la sorella in Brasile, erano già lì da un anno e avevano già trovato lavoro tutti. Dunque, avevamo questi biglietti per andare in Brasile. Mio padre ha detto “Proviamo a fermarci in Italia, prima di andare in Brasile”. E così c’hanno lasciato a Genova io e mia sorella Alfonsine e invece mia sorella maggiore e mio padre sono venuti a Milano a cercare lavoro. Hanno trovato lavoro e abbiamo deciso di stare in Italia. 

Quando il padre e la sorella maggiore trovano un impiego, l’intera famiglia si trasferisce a Milano. L’adattamento non è facile, soprattutto per i genitori, che faticano a ricostruire una nuova quotidianità in un ambiente così diverso. Tuttavia, la situazione migliora quando riescono a ristabilire vecchi contatti con amici conosciuti in Egitto. Roseline, invece, si ambienta rapidamente e, dopo un primo anno di difficoltà, trova il suo posto in Italia, dove poi decide di trascorrere il resto della sua vita.

Ed è l’enigma, dire “Mah, dove andiamo? Cosa faremo?”

Intervistatrice
Che sentimenti hai provato lasciando il paese?

Roseline Levi Ruscio
Ah, ero molto triste! Ero molto triste perché avevo passato una bella infanzia, anche se c’erano stati episodi…. Ed è l’enigma, dire “Mah, dove andiamo? Cosa faremo?”. Ero un po’ spaesata. [Ma] ti dirò che dopo un anno, quando sognavo di dover tornare in Egitto, piangevo, non volevo più tornare.

Storie collegate

Come leggere i data portrait
I dati rappresentati nei data portrait riguardano il genere, l’età all’arrivo in Italia, il decennio di arrivo in Italia, il paese di origine, i motivi della partenza, se il viaggio ha incluso tappe intermedie o è stato diretto e se la persona ha viaggiato da sola o con la famiglia.

Genere ed età all’arrivo in Italia

Femmina, età 0-9

Femmina, età 10-19

Femmina, età 20-29

Femmina, età 30-39

Femmina, età 40-49

Femmina, età 50-59

Femmina, età 60-69

Femmina, età 70-79

Femmina, età 80-89

Femmina, età 90-99

Maschio, età 0-9
Maschio, età 10-19
Maschio, età 20-29
Maschio, età 30-39
Maschio, età 40-49
Maschio, età 50-59
Maschio, età 60-69
Maschio, età 70-79

Maschio, età 80-89

Maschio, età 90-99

Decennio di arrivo in Italia

1940
1950

1960

1970

1980

Paese di origine

Egitto

Iran

Libano

Libia

Siria

Tunisia

Motivi della partenza dal paese di origine

Politici

Economici

Studio

Personali

Viaggio diretto o con tappe intermedie prima dell’arrivo in Italia

Viaggio diretto

Tappe intermedie

Arriva in Italia da solo/a o con familiari

Arriva in Italia da solo/a
Arriva in Italia con familiari

Cos’è un data portrait
Un data portrait è un’interpretazione artistica di un set specifico di dati riguardanti un individuo, che viene quindi ritratto a partire dai dati, anziché raffigurarne l’aspetto fisico come nei ritratti tradizionali. I data portrait sono rappresentazioni visive che mediano tra la visione dell’artista, i dati del soggetto e l’interesse del pubblico (Donath et al., 2010).
Seguendo questo concetto, i data portrait sviluppati da Sara Radice specificamente per il progetto TRAME forniscono un “ritratto” delle persone rappresentate, basato su alcuni dati specifici di interesse per il progetto e indipendente dal loro aspetto fisico.

Bibliografia e crediti
Judith Donath, Alex Dragulescu, Aaron Zinman, Fernanda Viégas, Rebecca Xiong; Data Portraits. Leonardo 2010; 43 (4): 375–383. doi: https://doi.org/10.1162/LEON_a_00011.

I data portraits ideati per questo progetto traggono ispirazione da alcuni progetti di data portraits di Giorgia Lupi, come, per esempio, l’installazione fisica “…Ma poi, che cos’è un nome? ” sviluppata per la Fondazione CDEC presso la Triennale di Milano nel 2018 e i TED Data Portraits del 2017.